Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm
       Sovrano Santuario Italiano



N. VI Giugno 2010
Il Fuoco Filosofico
(A.A. Papandreou)
La Dea Afrodite
(A.A. Papandreou)

 

(A.A. Papandreou)Il Fuoco Filosofico


(A.A. Papandreou)La Dea Afrodite

 



 

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Il Fuoco Filosofico

di A.A. Papandreou

QUALE  “FORZA AGENTE”  NEI   PROCESSI  INIZIATICI  DEGLI  
ALTI   GRADI ERMETICO - KABALISTICI, PROPRI DELLA MURATORIA KEMITA

Igne  Natura  Renovatur  Integra

         Alla fine di ogni simposio, durante l’Agape Fraterna, con il segnale del Simposiarca viene sollevato il calice colmo del succo di Dioniso, simbolo dello spirito ed esclamano tutti: FUOCO!
Fuoco è uno dei quattro cosidetti  “elementi” della Natura, insieme alla terra, acqua ed aria. Alla fine di questo elaborato comprenderemo che cosa intendevano i filosofi presocratici dell’Ionia, con il termine “elemento”.  Secondo  Docteur Papus, il fuoco è proporzionale al mondo della  forza e dell’intelletto. Perciò durante i Misteri veniva utilizzato simbolicamente per la catarsi degli iniziati e per la loro purificazione.
I primi popoli della terra hanno reso a questo delle proprietà magiche e religiose che sono risultate in un vero e proprio culto. In India abbiamo Agnì, Dio del fuoco e del sole. Per gli antichi persiani era l’oggetto principale del culto di Mitra; dicono che i regali dei Re Magi avevano a che fare con il fuoco. Gli Assiri, i Babilonesi, i Cananei adoravano il fuoco. I Greci avevano grande riguardo per il fuoco che veniva conservato «άσβεστος» (mai spento)  all’interno di molti tempi. Fuoco non spento avevano anche i Romani, curato dalle vergini Vestali.  Ma anche i Cristiani hanno conservato tracce di questi culti con i fuochi di San Giovanni Battista patrono dell’Ordine Muratorio, il giorno 24 Giugno subito dopo il solistizio estivo.
Tra tutte le religioni antiche la pirolatria era una delle prime dopo il sabaismo (adorazione del Sole, della Luna e delle stelle), e può essere considerata il suo seguito per il fatto che anche quello considerava il sole, al culto dei corpi celesti quale Fuoco Universale. Quinto Curzio scrive che Dario invocava il Sole come Mitra. La pirolatria era la religione degli Antichi Maghi e dei Persiani e viene conservata anche oggi tra i loro  discendenti, le tribù dei Parsì. Attenzione però: non si trattava di paganesimo; il fuoco veniva adorato quale segno visibile della Divinità Suprema, dell’Energia Creatrice, dalla quale tutto proviene ed alla quale tutto ritorna.
L’etimologia delle piramidi  (πυραμίς  = involucro di luce) è dalla parola greca  πύρ che significa appunto fuoco. Hargrave Jennings sostiene che al centro della Grande Piramide non era una semplice tomba bensì il luogo di deposito del fuoco sacro sempre acceso. Presso gli Ebrei l’idea del fuoco sacro è connessa con l’Essere Divino. Veniva conservato nel Tempio di Salomone, esclusivamente per sacrifici vietando ogni altro uso.  Il Dio apparì a Mosè in una fiamma; discese al Monte Sinai tra le fiamme. Ovunque nella Bibbia, il fuoco simboleggia la santità di Dio.  Le luci sull’altare sono i simboli del Dio Cristiano.
La forza purificante del fuoco viene naturalmente dedotta dal simbolo della sacralità dell’ “elemento”.  L’abitudine di purificare tramite il fuoco nei gradi avanzati della Massoneria proviene da culti Magici. Durante il Medioevo esisteva una setta di filosofi del fuoco  - philosophi per ignem -  che erano un ramo  della Rosa-Croce.  Questi filosofi veneravano il fuoco e coltivavano il segreto del fuoco non come una credenza pagana, ma con modifiche derivanti dalle loro nozioni ermetiche. Erano inoltre chiamati teosofi, ed in riferimento a loro troviamo i Gradi Teosofici della Libera Muratoria, sviluppati durante la fine del settecento. Tanti identificano la luce con il fuoco, che per gli Zaratustriani era il simbolo dell’Essere Divino.  Per il Libero Muratore, sotto l’idea equivalente della luce è il simbolo della Divina Verità, ovvero del Grande Architetto.
 J.Boucher esprime l’opinione che la Stella Fiammeggiante e la lettera  Γ sono dei simboli collegati ed aventi quale base il concetto misterico del fuoco. Egli sostiene che ci indicano l’iniziato al quale è stata vitalizzata la scintilla sacra che può illuminarlo, se sa  liberarsi dal senso meramente morale del simbolo e  comprendere il senso nettamente occulto della  Γ   iniziale della prima sostanza degli alchemisti. In questo caso la Stella Fiammeggiante che circonda tale lettera diviene la Quintessenza, nel senso ermetico del termine.
Secondo Eracleto, il fuoco costituisce il dono prometeico all’uomo,  che si accende e si spegne. Ciò simboleggia, oltre l’  indubbia utilità pratica per il miglioramento delle condizioni di vita, l’illuminazione spirituale e la purificazione.  Il poeta tragico Eschilo nel drama  “Prometeo Prigioniero” descrive la vita delle comunità primordiali degli uomini delle caverne che vivevano privi del dono di Prometeo. Nel pantheon greco Dio Efesto (Vulcano) è quello del fuoco. Egli sa utilizzarlo bene per la trasformazione dei metalli.
 Quale però è questo fuoco e di quale trasformazione stiamo parlando? Secondo Pitagora il mondo è costituito da due sostanze: una indivisibile, continua a se stessa  ed una divisibile; per la creazione delle forme servono tutte e due. In questo senso, stato focoso non è un elemento nel senso chimico del termine, bensì uno stato evolutivo. Come fuoco nell’esoterismo è inteso quel materiale sottile che penetra dappertutto e rinnova l’intera Natura, il fuoco al quale è riferita la maggior parte dei simboli massonici, quel elemento chiaro e puro,  del quale il calore e la Luce sono delle semplici proprietà. Risultato di questo, è la fertilità, il movimento e la vita; quello che separa le molecole dei corpi, quello che annulla la loro forza di connessione e produce energia, la quale costituisce la causa e l’ inizio della loro sopravivenza, della loro riproduzione e della loro trasformazione.
Fuoco e Verbo (parola) ovvero Λόγος così come descritto all’  inizio del Vangelo secondo Giovanni sono dei sinonimi. Contradistinguono il Λόγος che è l’essere, mentre  fuoco è la sua capacità di trasformazione. Dal punto di vista misterico Λόγος è la manifestazione nel mondo e tramite questo del motivo incausale, della divinità ovvunque diffusa. Questo fuoco è nascosto, ma è sempre vedente, produce tutto, trattiene e conserva tutto. Arriviamo alla conclusione che ci troviamo innanzi a inizio creativo -principium- elemento della Creazione (elemento primordiale), Prima Causa del Creato, Causa Conformativa degli ammirabili mondi infiniti.  Questo è il Λόγος universale ed impersonale che costituisce l’aspetto interno di tutto quanto esiste e dà il concetto formale. Il fuoco primordiale è l’ unità che collega i mondi, il padre di ogni entità psichica. È il sempre esistente e sempre lo stesso, secondo l’  espressione del Divino Orfeo. Il funzionamento del fuoco primordiale porta all’essere le sue forze. Queste costituiscono gli spermi dinamici dai quali si creano le entità psichiche all’  interno dell’  utero di quello che chiamiamo mondo materiale.  Quest’ultimo, in contrapposizione con l’Unità  primordiale del Fuoco Divino, è la moltitudine e la Madre delle entità.
Il poeta romano Lucrezio alla sua opera “Della natura e delle cose” scrive: “Il fuoco si nasconde dapertutto, circonda l’  intera Natura. Produce, rinnova, divide, consuma, trattiene tutto quanto”.
Questo fuoco è l’anima della natura, è quello che rinnova costantemente tutto, quello che separa gli elementi dei corpi oppure collega e costituisce le loro molecole sparse. Questo fuoco, dopo essere stato il Princpio della vita di tutti gli esseri diviene la Causa sempre agente della loro distruzione, ed in seguito del loro collegamento dalla soluzione dei costituenti, in nuova composizione di esseri. Gli antichi sapienti giudicavano il fuoco quale elemento tanto agente, al punto di considerarlo quale principio iniziale della natura. L’hanno consacrato quale simbolo della divinità ed in seguito come questa stessa la divinità. Basta pensare come abbiamo detto le antiche piramidi, quelle minori ma più antiche del Peloponneso e quelle posteriori dei Maya.
 Mackey sostiene che fuoco per il libero muratore è il simbolo della divina verità, vale a dire del G.A.D.U. Probabilmente gli stoici del 4° e del 3° secolo hanno assunto i termini Λόγος e Πύρ (Fuoco)  da Eracleto. Così chiamano il Λόγος Dio del Creato, Principio penetrante tramite l’  Universo,  che lo trattiene e dà vita. Si tratta di principio attivo, quello che crea, quanto ha una forma corporea, vale a dire sostanza. Riferiscono per il fuoco che è spirito caldo,  ovunque esistente (Spirito Elemento Sottile). Tutto è costituito dal fuoco - l’Universo viene animato dal Fuoco  -  Il Fuoco collega gli esseri  - Il Fuoco è il Principio attivo del creato.

         Sotto la luce di quanto espresso fin quì è opportuna  una rilettura dell’inizio del Vangelo secondo Giovanni, lasciando la parola  Λόγος, come era all’  originale Greco, invece di Verbo come per mancata comprensione venne tradotto alla Vulgata dei Septuaginta:

In principio era il Λόγος,
e il Λόγος era presso Dio
e il Λόγος era Dio.
2 Egli era in principio presso Dio;
3 tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
4 In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
5 la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta.
6 Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
7 Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8 Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce.
9 Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
10 Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.....

La Dea Afrodite

di A.A. Papandreou

Sono cosciente che costituisce un’impresa molto azzardata parlare su argomenti che per natura sono complessi,  in una lingua che non è la mia lingua madre. È la ragione per la quale faccio appello alla vostra tolleranza.
         Vorrei dire in anticipo che con il termine mitologia, siamo abituati a caratterizzare, a volte anche in senso spregiativo varie tradizioni di popoli  antichi. Bisogna considerare però che niente emerge per caso e che comunque, mitologia è la teologia simbolica della religione antica. Lo studioso osserverà a posteriori, che le tradizioni variano in funzione del tempo e del luogo e perciò esistono spesso, delle storie diverse su un medesimo argomento. Spetta a noi, non di raccontare delle storielle che si offrono a consumo popolare, ma di cercare a decifrare alcuni aspetti di sapienza antica. Sapienza di quel periodo che gli Hierofanti  erano personaggi molto più importanti dei Re, dei capi militari e degli statisti. Mi riferisco a periodi che funzionavano bene i misteri e per questo veniva prodotta  civiltà.
La Dea della Bellezza costituisce una delle figure allegoriche più emblematiche della Religione Ellenica. È riferita a fatti della creazione delle forme della Natura, dell’  esistenza umana ed alle funzioni dello spirito agente al di sopra di noi. Questo lo distingueremo subito dopo l’ esame della sua genealogia.
         Afrodite, secondo le tradizioni degli antichi Greci, era figlia di Urano (Cielo) e di Thalassa (Mare), di Urano e di Imera (Giorno), di Crono e di Eurinome, di Zeus e di Dione. Inoltre si diceva che provenne da un uovo di colomba, caduto dal cielo in Terra. Secondo la prima versione, nacque dalla schiuma del mare, quando sono caduti a questa gli organi genitali maschili di Urano, tagliati da Crono con un’Arpa d’oro. Subito dopo la sua nascita, galleggiando sulle onde, all’ interno di una conchiglia, arrivò prima all’isola di Kithera  (Cerigo dei Veneziani) e dopo a Cipro, ove venne alimentata dalle Ore.
         Secondo gli iniziati antichi i genitali maschili di Ourano simbolizzano il tipo spermatico, che trasferito con la sostanza dell’  etere al mare, ottene una forma. Crono raffigiura quello che in greco si chiama Χρόνος, vale a dire il Tempo e l’ Arpa, lo sperma del Cielo presentato per via del Tempo. Cioè credevano che le proprietà dinamiche provocanti la costituzione delle forme provengono dalle influenze del Cielo alla Terra, e che tali influenze, con l’  aiuto della luce del giorno, concedono alla sostanza della Terra, il tono per agire in modo contribuente alla sua conformazione ed alla sua organizzazione parziale in forme.
         Questo lavoro creativo, secondo gli antichi iniziati, veniva eseguito con l’ausilio della sostanza dell’ etere. Come? Non lo sappiamo oggi. Forse le onde dell’etere scese verso la Terra, vengono immischiate con gli atomi materiali che non hanno ancora costituito delle forme. Dall’unione sopraviene la loro collaborazione, e se ciò non si rende possibile, le onde del Cielo agiscono in tal modo sull’etere esistente tra gli atomi materiali, in modo da costringerlo a determinate azioni che aiutano la costituzione delle forme.
         Le onde provenienti dal cielo variano in intensità. Sono proporzionali alla posizione ed al movimento dei vari corpi del nostro sistema planetario, i quali si muovono continuamente. In più l’etere che collega gli atomi della materia, non agisce con la stessa intensità ed allo stesso modo per ogni forma. Perciò viene distinta la peculiarità delle forme, il loro tipo individuale, perpetuato e sviluppato alla Natura. Questo tipo individuale e formale simbolizza la Dea della Bellezza.
         Il tipo delle forme simbolizzato da Dea Afrodite è quello che distinguiamo ai nuclei  perpetuati ed in particolare a quello che collega gli elementi materiali che le costituiscono. Attenzione però, non è il fuoco primordiale, allegorizzato da Dio Zeus, ma una delle sue  più splendide apparizioni.
         Altra apparizione del fuoco primordiale è il suo contatto con gli elementi materiali, dal quale viene realizzato il fuoco materiale, allegoria del quale è il Dio Efesto (Vulcano dei Latini), marito della Dea della Bellezza.
         Secondo le credenze degli antichi iniziati, tutte le alterazioni delle creature morfiche e le trasformazioni degli elementi che le costituiscono, sono dovute principalmente a due apparizioni differenti dal punto di vista dell’  energia, del fuoco primordiale, allegorizzate dai Dei Efesto (Vulcano) ed Afrodite (Venere). Ciò si vede se facciamo attenzione alle allegorie dei Dei Zeus (Giove), Hera (Giunone), Efesto (Vulcano), Aris (Marte), Afrodite (Venere) e dei suoi figli Eros ed Armonia.
         La collaborazione di Dio Zeus, fuoco primordiale e di Dea Era (Giunone), sostanza materiale, ha come risultato il fuoco materiale, Dio Efesto (Vulcano) ed il movimento prodotto, Dio Aris (Marte). In seguito la collaborazione del movimento di Dio Aris (Marte), e del tipo delle forme, di Dea Afrodite (Venere) crea i loro figli Eros ed Armonia. Questi due figli entrano nel loro Essere dall’ unione, ormai inseparabile del movimento e del tipo formale, o meglio dall’  energia del tipo delle forme e del movimento degli elementi materiali, concorrenti alla creazione della forma materiale.
         Per il raggiungimento di questi risultati importanti di Dea Afrodite (Venere) e di Dio Aris (Marte) aiuta molto Dio Efesto (Vulcano) con la propria potenza. Circonda ambedue con la propria rete dorata, cosa che simbolizza che dopo la manifestazione del fuoco materiale non soppraverrà mai una separazione tra il tipo delle forme e del movimento degli elementi materiali. Al contrario, questi due verranno sviluppati reciprocamente ad energie più Divine e creeranno mondi migliori.
Possiamo supporre quanto predetto dal frammento salvato di un inno Orfico rivolto alla Dea della Bellezza, il quale cita - permettetemi di dirlo in Greco, penso che anche quelli che non  hanno fatto il Liceo Classico qualcosa percepiranno solamente dal suono:«πάνταγαρεκθέσενέστιν,υποζεύξατοδεκόσμονκαικρατείςτρισσώνΜοιρώνγέννοςδεπάντα, όσατ΄ενΟυρανώέστικαιενγαίηπολυκάρπωενπόντωτεβυθώτε, σεμνήβάκχοιοπάρεδρε» [=”Per il fatto che tutto proviene da te, hai sottomesso sotto il tuo giogo e sei dominatrice dei Tre Destini, hai partorito tutto, e tutto che si trova nel cielo ed in Terra feconda, e nel mare e nel fondo, oh modesta compagna di Bacco”.
 Anche Eschilo nelle “Danaidi” riferito alla Dea della Bellezza dice  «Εράμεναγνόςουρανόςτρώσαιχθόνα.  Εροςδεγαίανλαμβάνεινγάμουτυχείν, όμβρος, δ΄απ΄ευξαέντοςουρανούπεσών, έκυσεγαίαν, ηδετίκτεταιβροτοίς, μήλωντεβοσκόςκαιβίονΔημήτριον» [=“L’Etere puro desidera fecondare la Terra, ed un desiderio domina la Terra per unirsi a questo matrimonio. La pioggia caduta dal Cielo innamorato ha reso la Terra feconda. Questa fa nascere per i mortali, pascoli di pecore e contribuisce alla vita Cerere (con i prodotti cereali)”.
         La Dea della Bellezza, come abbiamo detto, secondo un’altra tradizione, provenne da un uovo di colomba, caduto in Terra dal cielo. Secondo gli iniziati antichi, l’uovo di colomba simbolizza un raggio di luce pura che essendo penetrata alla funzione dell’anima degli esseri e combinata con le sue forze, ha ottenuto la creazione del tipo dell’  organismo umano. Tramite il raggio di questa luce, l’anima è riuscita ad apportare all’organismo le proprie forze, le quali conformavano i centri dell’intelletto, che hanno contribuito alla formazione dei sensi.
         Adesso, quali sono le onde della luce celeste, che hanno portato questo dono all’anima della Terra, perchè possa presentare se stessa alla forma umana ed esteriorizzare le splendide proprietà dell’  essere più pensante della Natura? Sinceramente non ve lo so dire. Se però colleghiamo i significati della genealogia interpretata all’inizio, con i significati della presente, penso che senza fatica capiremo il senso che hanno sull’  esistenza umana i Dei Aris (Marte) ed Efesto (Vulcano), come anche il significato della loro cooperazione con la Dea della Bellezza. Tale comprensione ci condurrà ad una diagnosi chiara del ruolo che hanno sulla forma umana i figli della Dea della Bellezza e del Dio Aris (Marte),  EROS  ed ARMONIA.
         Afrodite, seondo una tradizione Ellenica, è figlia del Dio Zeus e della Ninfa Dione. L’allegoria di tale tradizione è riferita al mondo spirituale, per il fatto che descrive in una Teogonia la Natura degli Dei e le loro relazioni con le ninfe, le anime della Terra. Sopratutto raffigura l’opera del trasfigurato Dio dell’Olimpo Zeus, riferita ai suoi sforzi di rendere all’anima della Terra, la luce per liberarla dall’erebo dell’Ade.
         È quanto cercavano di comprendere bene gli iniziati Greci. Senza la conoscenza di quanto raffigurato da questa genealogia risultava impossibile la comprensione della sorte dell’anima umana oltre il mondo umano. Per integrare tale comprensione gli adepti dovevano prima imparare l’intera funzione dell’anima umana sull’organismo umano, e distinguere le sue tendenze ed i suoi tentativi per liberarsi dall’ambiente umano.
         Il vero significato di quanto raffigurato dalla Dea della Bellezza in questa genealogia possiamo solo supporrlo. Per la piena comprensione è richiesta una iniziazione lunga e minuziosa, celebrata sotto la guida di Hierofanti illuminati, conoscitori delle verità della Natura.
         Il frutto del Dio Giove e della ninfa Dione è destinato ad essere compreso solamente da quegli uomini, i quali hanno avuto accesso ed hanno diagnosticato le funzioni della Natura spirituale e le sue relazioni con il Grande Artefice dei mondi. Tutti però sappiamo che la Dea della Bellezza è antennata del Dio Dioniso, è madre della Ninfa Armonia, moglie del re Cadmo che nella tradizione ellenica raffigura la Luce del Sole, in conseguenza del quale agisce il mondo  umano noetico e l’  anima del mondo naturale trova la via delle sue metamorfosi  interminabili.
         La Dea Afrodite, unita con Marte, e circondata insieme a lui con la rete d’oro di Dio Vulcano, non solo rivela la creazione dell’  individualità spirituale, ma anche la sua conservazione sempre inalterabile nel mondo infinito, raffigura il fondamento sul quale si basano le trasformazioni dello spirito al tempo infinito, in virtù delle quali si intensifica l’intelletto  e la sentimentalità. Il figlio di Afrodite ed Aris EROS, agente sul piano spirituale, costituisce l’immagine più splendida del mondo intellettivo in via di sviluppo, che si rende sempre più Divino, ma che garantisce il progresso interminabile dello spirito della Natura.
         La Dea Afrodite ha ottenuto anche un altro figlio famoso insieme al Dio dello Spirito, Ermete (Mercurio), Ermafrodito. Il concetto di  Ermafrodito certamente non è quello riferito alle attività perverse della Natura animale, ma ben altro, riferito alle manifestazioni dello spirito umano progredito. La concentrazione delle proprietà dell’eterno mascolino solare e dell’eterno femminile lunare ad una personalità umana o spirituale, è forse l’inizio dell’apoteosi.
         Chiedo scusa se Vi ho stancato raccontando tutto questo sulla Dea della Bellezza; l’ho fatto però con la convinzione che esistono delle verità che devono indagare quelli che pensano liberamente. Una simile operazione sono convinto che sarà molto utile, ci farà rendere devozione a quegli iniziati, giganti dello spirito del Mondo Antico, i quali hanno portato alla superficie del pensiero umano in modo tanto riuscito le conoscenze sulla Natura e sullo spirito e ci spingerà ad accedere al livello di pensiero degli Antichi Greci.
         I capolavori dello spirito umano non devono lasciarci indifferenti, per il fatto che solo questi garantiscono il progresso del nostro spirito e ci conducono alla via della serenità  e della felicità dello spirito.

 

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