Antico e Primitivo Rito di Memphis e MisraïmSovrano Santuario Italiano
LA STANZA DELL'ORA TERTIA
(verso la 9° ora)
Quando il sole è già alto nel cielo e riscalda
da "Di porto in porto"
TRE VOLTE TRENTATRE`
- Tre volte trentatré scalini
 - non sarebbe troppa fatica
 - fino alla casa impettita
 - sulla cima di luce,
 - non fosse che certi numeri
 - hanno estensione a sorpresa:
 - breve qual battito di ciglio,
 - estenuante come dolore di distacco ingiunto.
 - E senza parentesi di pianerottoli,
 - con alzate di gradino cos' altere
 - da arrampicarsi a quattro zampe e mani,
 - piani fatti a sostegno per un unico piede di traverso,
 - stretti da non sedere mai per un riposo.
 - E il rischio di cadere, testa indietro,
 - uovo srotolante ...
 - col rosso a perdere.
 Manrico Murzi
da "Nigredo"
ACACIA
- Di aureo fogliame
 - diffondi aria, mondi,
 - se invocata dal libeccio non tremi
 - e ti levi sull'alito perenne.
 
NELLA BASSA
- Allora, stormite canne
 - rimaneva nei giorni
 - con rapidi gesti muovevo
 - nel placido fiume di alghe,
 - nascevano battiti d'ali
 - in ogni cespuglio,
 - poi persi nel sole perenne.
 - Ancora si vedeva
 - candore di sale trattenere
 - rivoli d'acqua e pesci:
 - le orme di piedi felici
 - scrivevano sillabe temporali
 - tra gusci abbandonati secchi la sole.
 - Tu eri un foglio di carta
 - per disegnare giorni leggeri,
 - per riferire dei nostri viaggi,
 - io crescevo di brezze siderali,
 - amori silenziosi.
 - Se tornerò
 - saprò che mani celesti
 - hanno cancellato,
 - da tempo, i ricordi
 - e, come pittura sui muri screpolati,
 - bambini sconosciuti dai passi veloci
 - calpesteranno i miei vestiti
 - appoggiati, dimenticati,
 - per tuffarsi nel mare azzurro
 - di fresche mattinate.
 Paolo De Faveri
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